domenica 23 ottobre 2011

Varsavia, maggio 1943. Partigiane ebree catturate dai nazisti

A destra Malka Zdrojewicz, poi sopravvissuta al campo di sterminio di Majdanek. (La foto fa parte di quelle inviate da Jürgen Stroop, responsabile dell’annientamento del ghetto di Varsavia, nei suoi rapporti a Heinrich Himmler)

“The Wall” è qui il muro che nel 1940 i tedeschi occupanti eressero nella città vecchia di Varsavia, nel quartiere Nalewki, per rinchiedervi dentro 450.000 ebrei polacchi. All’inizio l’obiettivo dei nazisti era forse quello di avere un serbatoio di manodopera schiavistica, la cui organizzazione – come l’intera vita del ghetto, d’altronde – era delegata al locale Judenrat, il consiglio ebraico. Ma nell’estate del 1942, quando iniziarono l’evacuazione del ghetto, le loro vere intenzioni furono chiare. Tra il 22 luglio ed il 12 settembre, 300.000 abitanti del ghetto furono deportati, ufficialmente per essere reinsediati in non meglio precisati territori dell’Est, in realtà avviati ai campi di sterminio, soprattutto a Treblinka. All’interno del ghetto si creò una spaccatura tra lo Judenrat, gli anziani ed i partiti politici, da una parte, incerti sul da farsi e immobilisti, e le organizzazioni giovanili di sinistra, dall’altra, convinte della strategia sterminazionista dei carnefici e decise ad opporsi con ogni mezzo. Alla fine i giovani decisero di fare per proprio conto e fondarono la “Żydowska Organizacja Bojowa” (Żob), l’Organizzazione ebraica di combattimento, cercando di procurarsi quante più armi possibile dai gruppi di resistenza polacchi che, purtroppo, si mostrarono un po’ restii a distrarre risorse per destinarle ad un pugno di ebrei male in arnese e per giunta di sinistra. In ogni caso, alla fine del 1942, la Żob cominciò a colpire collaborazionisti e poliziotti ebraici e quando, all’inizio del 1943, i nazisti cominciarono una seconda ondata di deportazioni, l’Organizzazione, cui nel frattempo si erano aggiunti anche molti “anziani” soprattutto comunisti, diede inizio alla rivolta. I combattimenti durarono dal Pesach, la Pasqua ebraica del 19 aprile, fino al 16 maggio 1943 quando il generale tedesco Jürgen Stroop, comandante la “bonifica”, comunicò a Himmler che la rivolta era stata domata e che il ghetto di Varsavia era stato completamente raso al suolo.


la fine del ghetto


Nel 1952 Jürgen Stroop, dopo essere stato processato da un tribunale polacco, fu impiccato al centro di quello che era stato il ghetto di Varsavia.

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